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L'uso dei sottoprodotti agroindustriali. Implicazioni per la filiera oleicola

La valorizzazione dei sottoprodotti rappresenta una fonte rinnovabile preziosa, anche ai fini del raggiungimento degli obblighi previsti al 2020 in materia energetica e, in molti casi, di ridurre i costi legati allo smaltimento dei residui. Tuttavia, essa è condizionata negativamente da fattori normativi, tecnici ed economici.

Attualmente, i rifiuti e i sottoprodotti sono disciplinati dal D.Lgs.152/2006. Le principali difficoltà operative degli operatori nascono dalle problematicità legate alla classificazione dei flussi residuali in sottoprodotti e all'accettazione di tale classificazione da parte di tutti gli attori coinvolti, ivi compresi coloro incaricati dei controlli. Per risolvere tali problematiche il Ministero dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare sta lavorando alla definizione di un decreto che ha la finalità di stabilire i criteri in base ai quali un residuo di un processo di produzione utilizzabile per fini energetici possa essere considerato un sottoprodotto ai sensi dell'art. 184 bis del D.Lgs.152/2006.

Obiettivo del seminario è approfondire le questioni connesse alla nuova normativa in materia di uso di sottoprodotti e scarti delle lavorazioni e avviare un confronto con i principali attori della filiera oleicolo-olearia. L'evento si inquadra nell'ambito della convenzione tra l'Istituto e il Centro di Ricerca per l'Olivicoltura e l'Industria Olearia - CRA-OLI, relativo all'analisi dei fabbisogni di innovazione delle imprese olivicolo – olearie. 

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