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PRODOTTO - Una strategia di responsabilità sociale rivolta al prodotto considera almeno uno dei seguenti aspetti:

  • la qualità, vale a dire sicurezza, salubrità e rispondenza a determinate caratteristiche delle materie prime e dei metodi di produzione utilizzati;
  • la territorialità, ovvero la capacità del prodotto di rappresentare il valore del territorio di provenienza, esprimendone l'insieme di tradizioni, cultura, e know-how che lo rendono unico. È una dimensione valorizzata dalla crescente diffusione di prodotti con marchio di origine (DOCG, DOP, ecc.);
  • la trasparenza delle informazioni relative al ciclo di vita e alla composizione organolettica del prodotto alimentare. L'informazione costituisce un valore aggiunto imprescindibile che interessa le qualità specifiche del prodotto, il processo produttivo e il relativo impatto ambientale.

TERRITORIO - Nel contesto della RS, l'idea di territorio richiama tre concetti:

  • esclusività - il territorio racchiude in sé diversi elementi materiali (es. popolazione, superficie, ricchezza, configurazione orografica, ecc.) e immateriali (es. la lingua, la cultura e le tradizioni, il paesaggio, il clima, ecc.). Questi oggetti sono fortemente correlati e consolidati tra di loro in maniera più o meno naturale e spontanea, producendo un insieme di effetti difficilmente replicabili nei territori circostanti; in questo senso, la comunità acquisisce una serie di prerogative e tratti distintivi che si materializzano nella tipicità dei prodotti;
  • complementarietà - il significato di territorio nel in un'ottica di RS riguarda la creazione di reti tra gli stakeholder, dunque creazione ed espansione di capitale sociale tra i vari attori della filiera agricola; la costruzione collettiva di una rete complementare di rapporti e interazioni ha un triplice obiettivo: un esteso benessere della comunità che passi attraverso una maggiore sostenibilità economica e ambientale, la condivisione delle buone pratiche e delle esperienze di RS e la creazione di una piattaforma per il dibattito da cui far nascere ulteriori iniziative virtuose;
  • sussidiarietà - un territorio è competitivo quando è in grado di fare sistema a livello locale con istituzioni pubbliche, associazioni agricole, aziende, industrie di trasformazione e consumatori, nel rispetto della sostenibilità economica, ambientale e sociale. La RS trova ragione di esistere anche nella sua estensione dalle singole imprese all'intera comunità, ponendosi come obiettivo il miglioramento della qualità della vita nel territorio.

AMBIENTE - Il settore primario è a stretto contatto con le varie componenti ambientali (aria, acqua, biodiversità, clima e paesaggio) ed è in grado di influirvi in maggior misura non solo in termini di esternalità positive e negative, ma anche in termini di prassi volontarie. In questo senso, l'azienda agricola può rendersi potenzialmente dannosa in diversi modi, ad esempio attraverso l'uso eccessivo di fertilizzanti, pesticidi, diserbanti e fitofarmaci, una cattiva gestione delle risorse idriche, il sovrappascolamento, il ricorso a macchinari pesanti, ecc. Ognuna di queste azioni, però, può diventare un punto di forza laddove l'operatore agricolo decida di intraprendere un percorso di RS che tenga in considerazione la sostenibilità ambientale, ad esempio attraverso l'adozione di metodi di produzione più puliti.

RISORSE UMANE - Per le imprese del sistema agroalimentare che già rispettano i requisiti di legge in tema di risorse umane, parlare di RS significa favorire:

  • la crescita di competenze dei lavoratori, da realizzarsi tramite l'aggiornamento e la formazione del personale (es. in materia di sicurezza sul posto di lavoro);
  • una politica di gestione delle risorse che favorisca i processi di responsabilizzazione e motivazione del personale rispetto agli obiettivi aziendali (es. attraverso sistemi di valutazione, gruppi di lavoro, incentivi/premi legati al risultato, trasparenza e frequenza delle informazioni, ecc.);
  • una politica di pari opportunità, tramite la realizzazione di interventi finalizzati a garantire accesso e crescita nel mondo del lavoro a categorie potenzialmente "a rischio", tra cui donne, soggetti disabili e socialmente svantaggiati (es. ex-detenuti, ex-tossicodipendenti, ecc.);
  • l'integrazione di lavoratori immigrati, che rappresenta un aspetto delicato per l'intera realtà rurale;
  • la promozione del benessere nel lavoro, attraverso l'organizzazione di attività ricreative fuori l'orario di lavoro, viaggi premio, ecc.

Responsabile Progetto Responsabile Progetto

 

Lucia Briamonte

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