Skip to Content

« Back

L’INEA presenta il primo Rapporto sugli immigrati in agricoltura

Presentato oggi a Roma il primo Rapporto INEA dal titolo: Gli immigrati nell'agricoltura italiana.

Il rapporto è frutto di un'indagine sulla relazione in Italia fra lavoratori immigrati ed agricoltura, che l'Istituto ha condotto a partire dal 1989, ed analizza l'evoluzione del fenomeno, in tutti i suoi cambiamenti. «Nell'arco di venti anni – ha dichiarato il Presidente dell'INEA, Lino Carlo Raval'indagine si è arricchita, aggiungendo alle informazioni quantitative dei dati ufficiali, provenienti da ISTAT, ministero del Lavoro, ministero dell'Interno, INPS, informazioni qualitative ottenute con interviste a funzionari e rappresentanti di organizzazioni professionali, istituzioni regionali, provinciali e locali, Prefetture, Questure, organizzazioni sindacali centri territoriali per l'impiego, imprenditori ed immigrati».

Il fenomeno presenta dimensioni significative con un trend di crescita costante: dall'1989 al 2007 si osserva un incremento di ben oltre 7 volte dell'entità dei cittadini extracomunitari utilizzati in agricoltura, passando da 23.000 ad oltre 172.000 unità. Una crescita notevole, quindi, con un tasso medio di variazione lineare pari al 9,3% .

«Il rapporto – ha spiegato il Presidente dell'INEA, Lino Carlo Ravaè uno straordinario strumento analitico del settore che fornisce spunti di riflessione particolarmente significativi, racchiudendo al suo interno tematiche e problematiche diversificate, che ne offrono un quadro completo e dettagliato e sue interpretazioni convincenti». Articolato in tre sezioni, l'indagine si sviluppa a partire dall'analisi del contesto normativo di riferimento che delinea le politiche migratorie per arrivare a definire i principali aspetti strutturali del settore agricolo, passando attraverso l'evoluzione dell'occupazione ed il conseguente ruolo dell'immigrazione fino ad evidenziare le dinamiche demografiche che hanno caratterizzato l'impiego di manodopera immigrata. Gli elementi che si rilevano riguardano la tipologia di prestazione (3 lavoratori immigrati su 4 vengono impiegati in attività non qualificate) e di contratto, laddove esista. Caratteristiche costanti del lavoro agricolo continuano ad essere la stagionalità della prestazione e l'irregolarità, che, secondo l'indagine INEA, interessa un'ampia fetta di immigrati: 10-15% nel Nord (Veneto, Trentino-Alto Adige, Valle d'Aosta) fino ad arrivare al 95% in Calabria.  

Il Rapporto si conclude con un approfondimento regionale di tre aree nazionali rappresentate per il Nord dal Piemonte, per il Centro dalla Toscana e, per il Sud, dalla Puglia e dalla Calabria. Dal confronto di queste quattro regioni emerge, nelle diversità che le contraddistinguono, un aspetto che le accomuna, ossia, la necessità per il settore agricolo di ricorrere alla manodopera immigrata, soprattutto nelle fasi di raccolta, in un contesto di complementarietà con la manodopera locale. «La fotografia che emerge  – ha concluso il Presidente dell'INEA, Lino Carlo Ravaè di un crescente processo di integrazione, al punto che in alcuni contesti gli immigrati sono diventati essi stessi imprenditori».


      

Digital Repository Digital Repository

NewsLetters NewsLetters

 

 

Media relations office Media relations office

 

Monday to Friday from 9:00 to 17:00
tel. +39 0647856523,
fax. +39 0647856299
contact centre
uff.stampa@inea.it