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Utilizzazione naturalistica degli invasi a prevalente uso irriguo - metodologia, analisi, linee guida

La contrazione delle zone umide, in Italia legata storicamente agli interventi di bonifica idraulica e messa a coltura delle aree paludose, rappresenta uno dei fattori principali di alterazione degli equilibri naturali sui quali si fonda la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali, e quindi di perdita della biodiversità.

I bacini idrici artificiali (dighe e traverse fluviali) rappresentano una parte significativa del residuo patrimonio nazionale di zone umide, in particolare nelle regioni meridionali, mediamente più aride di quelle del nord. I Consorzi di Bonifica e gli altri Enti gestori di invasi artificiali sono quindi chiamati a contribuire alla conservazione e al miglioramento di questi affascinanti siti acquatici, il cui stato di salute ecologica costituisce, a ben guardare, la migliore garanzia di qualità delle acque erogate. Nel contempo, la salvaguardia e valorizzazione delle caratteristiche naturali possono costituire la base per un'utilizzazione degli invasi a scopo ricreativo, sportivo, turistico, produttivo, divenendo così occasione di sviluppo socioeconomico del territorio.

Con queste premesse, il Commisssario ad acta ex Agensud del MIPAAF e l'INEA hanno inteso sviluppare e porre a disposizione degli Enti preposti alla gestione delle dighe uno studio interdisciplinare volto ad analizzare le prospettive dell'utilizzazione naturalistica degli invasi.

[Continua]

 


      

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