L'esercizio delle attività agricole in Piemonte interessa tutt'oggi circa il 40% del territorio regionale nonostante l'erosione che da decenni è dato osservare soprattutto nelle aree montane, nonché in quelle collinari più marginali, soggette allo spopolamento e al progressivo inurbamento della popolazione, un tempo, rurale e, ancora, nelle aree periurbane.

I processi produttivi agricoli risultano molto differenziati a livello provinciale e sub-provinciale vista, anche, la variegata orografia e le differenti condizioni pedo-climatiche; accanto a territori fortemente vocati all'agricoltura e all'allevamento del bestiame (la risicoltura nel vercellese e nel novarese, la zootecnia da carne e da latte nelle province di Cuneo e di Torino, la frutticoltura nel saluzzese e nel borgodalese, la vitivinicoltura nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato, la floricoltura nel verbano e nel biellese, ecc.) sussistono vaste aree rurali caratterizzate da un'agricoltura assai meno specializzata e, soprattutto, meno intensiva.

Una quota consistente (in quantità e in valore) delle produzioni agricole piemontesi riguarda beni di tipo commodity - cereali, carni, latte,  ecc. - che subiscono la concorrenza di produzioni similari provenienti da aree dove i costi di produzione risultano più contenuti. Pure, il Piemonte è rinomato per le produzioni agro-alimentari di alta e altissima qualità (specialties) quali, innanzitutto, i vini DOCG e DOC,  i formaggi DOP e i numerosi Prodotti Agricoli Tradizionali (PAT). Sovente si tratta di derrate che caratterizzano il sistema produttivo agro-alimentare di una specifica parte del territorio rurale piemontese (la viticoltura interessa tipicamente le aree collinari) mentre, viceversa, i beni di tipo commodity interessano soprattutto le aree pianeggianti e costituiscono sistemi produttivi, oltre che specializzati, a volte molto intensivi che, in taluni casi coinvolgono territori (quali, ad esempio, le pianure periurbane) in cui sono presenti attività terziarie e industriali.