Territorialmente e demograficamente la Valle d'Aosta è la più piccola delle regioni italiane: copre, infatti, una superficie di 3.236 kmq e ha una popolazione di circa 126 mila abitanti; il suo territorio, pressoché integralmente montano, è compreso tra i 4.800 m s.l.m. del Monte Bianco e i 350 m s.l.m. della bassa valle centrale, al confine con il Piemonte e soltanto per l'11% è antropizzato e, quindi, destinabile a insediamenti residenziali e produttivi a carattere permanente, mentre per oltre un terzo è improduttivo ai fini agricoli.

All'ambiente alpino sono legate le produzioni agricole regionali: le superfici coltivabili presentano sovente elevata acclività che rende difficoltosa e, in molti casi,  addirittura impossibile, la meccanizzazione delle operazioni colturali. Poche sono le tipologie di coltivazioni praticabili con successo: le più diffuse sono, essenzialmente, le foraggere permanenti, di supporto all'allevamento bovino, il cui prodotto principale - il latte - viene quasi esclusivamente destinato alla trasformazione per la produzione della Fontina DOP e di altri formaggi tipici (Fromadzo DOP, Toma di Gressoney, Reblec, Séras e Salignoùn).

L'allevamento del bestiame rappresenta l'attività di gran lunga più importante. Il patrimonio bovino valdostano conta, infatti, all'incirca 40.000 capi (oltre il 75% dei quali viene monticato durante la stagione dell'alpeggio) cui si aggiungono circa 6.000-7.000 ovicaprini e la zootecnia fornisce, da sola, oltre i due terzi della produzione agricola regionale. Inoltre, il persistere della viticoltura e della coltivazione del melo nelle zone vocate dell'adret  (vale a dire, delle zone esposte a sud e a ovest, specialmente nella valle centrale percorsa dalla Dora Baltea) ha rilevanza - oltre che per la qualità delle relative produzioni - per l'azione positiva esercitata ai fini della protezione del suolo nelle aree acclivi e per la conservazione del tipico paesaggio rurale, di vitale importanza ai fini dell'esercizio dell'attività turistica.